IL GODIMONDO

Fra i numerosi Colli Euganei ce ne sta uno chiamato la Montecchia, antica tenuta della famiglia Capodilista. Oggi qui troviamo una rinomata azienda agricola che produce etichette pregiate e un celebre ristorante che si è guadagnato molti riconoscimenti prestigiosi, tra cui i Tre bicchieri del Gambero Rosso.

Nel duecento in questa zona sorgeva un castello di proprietà di Rinaldo Scrovegni, mentre nel 1605 la proprietà era passata a un tale Sigismondo Capodilista, uno che amava talmente la vita, il vino, i viaggi e i divertimenti da essersi guadagnato il soprannome di "Godimondo". La leggenda racconta che questo signore festaiolo avesse non poche stranezze. Sembra si divertisse a far ballare sul piazzale antistante il palazzo fanciulli e fanciulle tutti nudi, e facesse ungere con il miele la testa dei mendicanti per poi legare a un albero per esporli così alla puntura delle vespe. Fra i suoi altri discutibili hobby amava anche chiudere i servitori nelle botti per poi farli rotolare giù per la discesa del colle: chissà quante risate! La leggenda continua, raccontando che quando questo signore amante delle feste d'altri tempi morì venne il Diavolo in persona a riprenderselo, scena rappresentata in un quadro su una parete del palazzo che ritrae il demonio in procinto di rapire il Capodlista con un carro a quattro cavalli. Forse questa però è un'esagerazione. È ben più probabile che quel quadro rappresenti il ratto di Proserpina, rapita da Plutone, e divenuta poi regina degli inferi, come vuole la mitologia. A chi credere? C'è l'imbarazzo della scelta.

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori